La sordità (o ipoacusia) è una patologia che può colpire persone di tutte le età (dal neonato all’anziano) e determina una ridotta o assente possibilità di percepire e interpretare i suoni ambientali, comprese le informazioni linguistiche, impedendo un normale sviluppo linguistico nel bambino e importanti problemi di comunicazione nella persona che perde l’udito in età adulta.
La difficoltà della persona con problemi di udito spesso non è solo di tipo quantitativo, perché le scarse informazioni acustiche che riceve possono essere anche qualitativamente scadenti e quindi inefficaci alla comprensione del linguaggio.
Purtroppo ad oggi la maggior parte delle cause che determinano la sordità non è curabile e la perdita uditiva, spesso progressiva, può essere solo compensata con dispositivi tecnologici come le protesi acustiche e l’impianto cocleare.
Le protesi acustiche sono fondamentalmente degli amplificatori, anche se molto sofisticati, che in alcuni casi riescono a compensare la difficoltà uditiva efficacemente, almeno nelle situazioni di ascolto più favorevoli, mentre possono permanere difficoltà in caso di conversazione con più persone, presenza di rumore di fondo, ascolto dalla TV o telefono ecc
Per le persone che non hanno beneficio con le protesi acustiche, dagli anni ’90 è possibile affrontare alcuni tipi di sordità con l’intervento di impianto cocleare, detto anche “orecchio bionico”. Si tratta di un sofisticato dispositivo protesico che prevede l’inserimento, tramite un intervento chirurgico, di una parte interna, collegata magneticamente ad un dispositivo esterno, simile nella forma ad una protesi acustica,ma con un funzionamento completamente diverso.
In pratica la protesi acustica invia i suoni, parzialmente amplificati, all’orecchio, che spesso purtroppo a causa della patologia tende a distorcerli, mentre l’impianto cocleare invia le informazioni direttamente al nervo acustico, consentendo risultati quantitativamente e qualitativamente migliori.
L’impianto cocleare consente di ricevere la maggior parte dei suoni ambientali e linguistici, ma, non essendo un udito naturale, è necessario un percorso di riabilitazione percettiva per imparare a decodificarli. La riabilitazione dopo l’impianto cocleare prevede esercizi specifici somministrati dal logopedista, ma diventa più efficace se viene integrata con un allenamento quotidiano a casa, con l’aiuto di un familiare debitamente istruito.
Nei bambini la riabilitazione percettiva rappresenta solo un aspetto del percorso logopedico, che prevede anche specifici esercizi per lo sviluppo comunicativo-linguistico.
Grazie alla diagnosi precoce, ai moderni sussidi uditivi (protesi acustiche ed impianto cocleare) e a specifici protocolli riabilitativi attuati da logopedisti esperti nel trattamento della sordità, molti bambini, destinati fino a qualche decennio fa ad essere sordomuti o comunque molto limitati nella comunicazione verbale, hanno concrete possibilità di raggiungere, in breve tempo, risultati uditivi e linguistici simili a quelli dei coetanei udenti.